In Italia un bambino su cinque soffre di dermatite atopica con differenti livelli di gravità. La maggior parte di loro viene curata in ambulatorio, mentre i casi più gravi vengono indirizzati ai centri di riferimento regionali. A spiegarlo ai medici che hanno partecipato online al 32° congresso "Napul’è... Pediatria preventiva e sociale", organizzato dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (SIPPS), è il dermatologo Arturo Galvan.
Nel corso degli ultimi mesi, spiega l’esperto, le restrizioni e le indicazioni legate alla pandemia hanno accresciuto il senso di responsabilità dei genitori, tanto che negli ambulatori sono arrivati solo i casi più gravi. Cautela e attesa prima di rivolgersi allo specialista hanno tuttavia prodotto nel tempo anche un effetto negativo: ora si riscontrano i quadri clinici peggiori.
Sul fronte dei sintomi del #Covid nei bambini e delle manifestazioni dermatologiche, lo specialista chiarisce come nessuna manifestazione sulla pelle possa essere considerata una spia di contagio. «È importante capire – sottolinea Galvan – che se il bambino è sintomatico e ha contemporaneamente anche manifestazioni cutanee, queste ultime possono essere correlate al Covid. In alcuni casi, però, eseguendo il tampone a bambini con manifestazioni cutanee, l'esito è stato negativo suggerendo che i bambini fossero guariti o avessero una carica virale talmente bassa da non essere rilevata dal tampone».
«La manifestazione maggiormente riscontrata dai dermatologi, nei primi mesi della pandemia, era simile a geloni sulle mani e soprattutto sui piedi. Un fenomeno sul quale invece i medici si stanno concentrando oggi è l'improvvisa scomparsa di queste manifestazioni, che abbiamo visto in numero consistente nei primi mesi della pandemia e non notiamo quasi più ora».